La Finestra
di Overton

Dal caso “Charlie” alla legge attualmente all’esame
del Senato della Repubblica sulle disposizioni anticipate
di trattamento: quale il rischio insito in questa normativa?

Luciana Indinnimeo

direzione.areapediatrica@sip.it

Il 28 luglio scorso, una settimana prima di compiere un anno, è morto Charlie Gard, il bimbo inglese affetto da deplezione del dna mitocondriale. Nei cinque mesi precedenti i genitori di Charlie avevano combattuto contro i giudici inglesi per sottoporre il figlio ad una terapia sperimentale negli Stati Uniti, ma la magistratura in aprile aveva autorizzato l’ospedale dove Charlie era in cura a staccare la spina. Il verdetto fu confermato dai diversi gradi di appello e dalla Corte Europea.

Intanto nel mondo molte personalità politiche e Papa Francesco chiedevano di non staccare la spina.

Nel momento in cui scrivo è all’esame del Senato italiano la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento. Se questa proposta diventasse legge, un caso “Charlie Gard” da noi non potrebbe accadere, ma potrebbero emergere preoccupanti affinità tra questa proposta e la vicenda del piccolo bambino londinese. La legge in discussione, a mio parere, opera uno sbilanciamento tra la tutela della salute e il diritto alla vita, e lo Stato potrebbe decidere chi può sopravvivere e chi no, con il pericolo di stravolgere il senso della missione medica.




A questo proposito mi viene in mente il concetto della “Overton Window” – la “Finestra di Overton”  – tecnica di persuasione ideologica di massa.

Joseph Overton, politologo americano scomparso appena trentenne negli anni Novanta, con la sua ricerca voleva semplicemente studiare gli effetti sulle masse dei think tank e delle centrali di influenza politica.

Per Overton un’idea politica (ma non solo), anche se difficilmente accettabile, può ricadere in un ambito di situazioni e/o eventi (finestra) in grado di renderla potenzialmente recepibile dalle masse. L’uomo politico lo sa e, a meno che non voglia effettuare un suicidio politico, si attiene quasi sempre a questo metodo.

Secondo Overton un’idea può evolvere in sei diverse fasi: unthinkable («impensabile», vietato); radical («radicale», cioè ancora vietato ma con delle eccezioni); acceptable («accettabile», cioè non in dissonanza con il pensiero corrente); sensible («sensata», cioè spiegabile); popular («popolare», accettata da larga parte della società, rinforzata dai media); policy («legalizzata», l’idea è divenuta parte concreta della politica e della vita sociale).

È facile così comprendere come qualsiasi regola di convivenza umana possa essere infranta attraverso fasi di cambiamento graduale e progressivo.

Si avanza per gradi: dal momento in cui l’idea è considerata inaccettabile si va verso ciò che è da ritenersi giusto, che deve anzi essere protetto con leggi dello Stato.

Per un malinteso senso di evoluzione sociale, possiamo correre il rischio che anche pensieri potenzialmente nocivi vengano così gradualmente accettati. La Storia è ricca di esempi del genere!

Per riprendere la riflessione iniziale, sappiamo che la nostra vita biologica avrà una fine, anche se noi non siamo mai veramente pronti alla morte, nostra e dei nostri cari. Tutto ciò non elimina il dolore ma frena il precipitare nella disperazione. Per questo nella nostra vita è sempre raccomandabile lasciare spazio sia all’amore che al dolore, mai alla speculazione sulla disperazione o alle ideologie frutto di ingegneria politica. La conoscenza e la fede ci possono essere di aiuto in questo percorso