Punture di zecche

In primavera-estate non è raro incontrarne
tra la vegetazione: come comportarsi in presenza
di un morso di zecca.

Maria Elisabetta Di Cosimo1, Mara Fumagalli2, Laura Gianolio2

1 Unità di Infettivologia Pediatrica

Ospedale Universitario L. Sacco, Milano

2 Ospedale V. Buzzi, Università degli Studi di Milano




Informazioni generali


La zecca è un artropode, appartenente all’ordine degli Ixodidi compreso nella classe degli Aracnidi, la stessa dei ragni, acari e scorpioni. Si tratta di un parassita esterno, munito di otto zampine, di colore nero o marrone, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo. Il corpo tondeggiante e il capo non distingui-
bile dal corpo sono muniti di un apparato buccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. Le specie più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sia in Italia che in Europa sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi) e Rhipichephalus sanguineus (la zecca del cane). Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi parassiti in qualità di vettori.

L’eziologia di queste malattie comprende diversi microrganismi: protozoi, batteri e virus. Le patologie infettive veicolate da zecche che hanno una rilevanza epidemiologica nel nostro Paese sono:

· l’encefalite da zecca o Tbe (dalla zecca dei boschi), per cui esiste un vaccino;

· la malattia di Lyme (dalla zecca dei boschi);

· la rickettsiosi (dalla zecca del cane).

Solo raramente e in soggetti anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita.

La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Come tutti gli ematofagi (zanzare, pidocchi, pulci, cimici, ragni), anche la zecca, per il proprio sviluppo e il ciclo riproduttivo, ha bisogno di nutrirsi del sangue dell’ospite a cui si è attaccata.

Le zecche non saltano e non volano sugli ospiti, ma generalmente si portano sull’estremità delle piante erbacee o dei cespugli aspettando il passaggio di un animale a cui aggrapparsi, compreso l’uomo. Grazie all’anidride carbonica emessa e soprattutto al calore del corpo, questi parassiti possono avvertire la presenza di un possibile ospite e conficcare il rostro (apparato buccale) nella pelle cominciando a succhiarne il sangue. Il morso è generalmente indolore perché le zecche inoculano nell’ospite una certa quantità di saliva, che contiene principi anestetici. Generalmente le zecche rimangono attaccate all’ospite tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.

Come togliere una zecca

Cosa fare

· Disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante incolore;

· afferrare la zecca con una pinzetta a punte sottili, cercando di serrare la presa il più possibile vicino alla pelle, possibilmente in corrispondenza della testa; tirare poi lentamente, ma costantemente, finché il parassita non molla la presa;

· durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni.

· se avete rimosso la zecca, ma la testa è rimasta attaccata, quest’ultima deve possibilmente essere rimossa con un ago sterile (agendo come per rimuovere una scheggia);

· distruggere la zecca bruciandola o semplicemente incollandola in un pezzo di adesivo, ripiegandolo su stesso e buttandolo nella spazzatura. Se fosse possibile, è consigliabile conservarla in una boccetta con alcool al 70% per una successiva identificazione morfologica ed eventuale isolamento di patogeni, se comparsa di sintomi;

· lavare bene le mani con acqua e sapone.

Dopo l’estrazione è indispensabile tenere sotto controllo la zona colpita per una decina di giorni. Nel caso di comparsa di arrossamento – eritema migrante – che si propaga dalla zona della puntura, con un anello più chiaro al centro, è opportuno consultare il pediatra.

Sarà opportuno rivolgersi al proprio medico anche se nelle settimane successive dovesse formarsi nella sede della puntura una lesione ulcero-necrotica (tache noir) o dovessero comparire sintomi quali malessere generale, febbre elevata, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi, cefalea.

Cosa non fare

· Non uccidere la zecca schiacciandola con le mani;

· non cercare di rimuovere la zecca facendola oscillare o tirandola bruscamente, favorendo il distacco della testa;

· non cercare di staccare la zecca cospargendola di smalto per le unghie, olio o grassi, alcool o petrolio per interromperne la respirazione, visto che la zecca respira solo poche volte in un’ora. Inoltre la zecca potrebbe vomitare contribuendo a mettere in circolo tossine dannose.

Come proteggersi dalle zecche

Quando il bambino gioca nell’erba, fargli indossare abiti di colore chiaro che coprano le parti abitualmente più esposte e controllare a fine giornata i vestiti e il corpo, con grande attenzione alle pieghe cutanee e al capo, dove più facilmente si annidano. Nelle zone più infestate dalle zecche devono essere utilizzati anche repellenti specifici. Trattare sempre gli animali domestici con appositi prodotti contro le zecche.

L’uso di antibiotici per via generale non si è dimostrato utile nella prevenzione delle complicazioni