Scuola e pandemia

Coniugare scuola in presenza e sicurezza è possibile
grazie ai vaccini e al rispetto delle norme igieniche generali.

Quattro domande a

Elena Scarpato

Dipartimento di Scienze Mediche

Traslazionali – Sezione Pediatria

Università “Federico II”, Napoli

1. Come si può conciliare l’obiettivo di una scuola in sicurezza con quello di una scuola in presenza?

È certamente necessario fare ogni sforzo per garantire che i nostri bambini e ragazzi possano frequentare la scuola in presenza. La scuola, luogo educativo cruciale per lo sviluppo armonico di ogni bambino, è fondamentale per garantire il benessere psicofisico dei soggetti in età evolutiva.

L’arma più efficace per proteggere i bambini dall’infezione e, soprattutto, per garantire loro una vita quotidiana priva di restrizioni è certamente il vaccino. L’obiettivo di una scuola in presenza e in sicurezza è certamente più facile da raggiungere per i bambini più grandi e per gli adolescenti, in parte perché le coperture vaccinali sono più elevate, ma anche per la maggiore compliance nel rispettare le norme igieniche e di distanziamento e nell’utilizzare la mascherina. Criticità maggiori sono, invece, presenti per i bambini più piccoli, in particolare per quelli di età inferiore ai 5 anni, che non possono essere vaccinati, non possono indossare la mascherina, che difficilmente riescono a mantenere le distanze e che sono, pertanto, esposti ad un più elevato rischio di infezione. Ciononostante, le nuove norme predisposte dal Governo si sono dimostrate efficaci nel contenere i contagi anche in queste fasce d’età per non privare i nostri bambini delle ore di socializzazione e gioco, che rappresentano pilastri per la loro crescita.

2. Tra le norme di protezione anti-Covid quali sono secondo lei le più efficaci nel mondo della scuola?

I vaccini sono certamente quelli che garantiscono la protezione maggiore nei confronti del virus. Tuttavia, indipendentemente dal vaccino, è importante insegnare ai bambini fin dalla primissima età le norme igieniche generali, come ad esempio il lavaggio frequente delle mani e i contatti limitati in caso di sintomi influenzali, fondamentali non solo per contrastare l’attuale epidemia, ma utili per limitare in generale la diffusione di numerose patologie infettive.

3. Perché le vaccinazioni pediatriche anti-Covid non decollano e i genitori sono ancora così restii a vaccinare i loro figli?

Effettivamente le coperture vaccinali, principalmente per i soggetti di età inferiore ai 12 anni, non hanno raggiunto i risultati attesi e non sono ancora soddisfacenti. In parte i ritardi sono stati secondari alle quarantene fiduciarie imposte ai soggetti in età scolare a seguito di contatti stretti con persone positive al Covid. C’è inoltre una quota non trascurabile di soggetti che hanno contratto il Covid e che al momento risultano guariti e quindi non immediatamente candidabili per la vaccinazione. Tuttavia, non possiamo ignorare il persistere di molti timori da parte dei genitori, preoccupati anche a causa di fake news relative a possibili effetti collaterali dei vaccini. È quindi importante ribadire che i dati che ci arrivano dalle attività di monitoraggio sono più che rassicuranti: i vaccini sono sicuri ed efficaci anche in età pediatrica.

4. Cosa ne pensa di introdurre l’educazione sanitaria come materia scolastica?

L’introduzione dell’educazione sanitaria nelle scuole sin dai primi anni di vita è certamente auspicabile. La promozione della salute in ambito scolastico è un intervento che contribuisce a favorire lo sviluppo negli studenti di conoscenze e abitudini fondamentali per vivere in modo salutare anche in età adulta. L’educazione sanitaria nelle scuole potrebbe garantire non solo il benessere individuale, ma anche quello di tutto il nucleo familiare e, più in generale della società. Infatti, insegnare ai bambini le principali norme igieniche, istruirli agli stili di vita più sani e a praticare regolarmente attività fisica, ed educarli sulle scelte alimentari consentirebbero di formare cittadini più consapevoli sulle tematiche sanitarie e porre le basi per una società globalmente più sana.