La storia infinita dell’RSV è forse arrivata al capolinea?

Nei prossimi anni saranno disponibili numerosi vaccini e anticorpi monoclonali che ridurranno circolazione del virus fino a rendere la bronchiolite una malattia rara.

di Fabio Midulla

Ho deciso di scrivere un editoriale sul Virus Respiratorio Sinciziale (RSV) perché è un argomento di grande interesse a livello nazionale e anche perché ho passato gran parte della mia vita accademica a combatterlo. L’RSV è un virus a RNA isolato per la prima volta nel 1956, anno della mia nascita, dalle secrezioni di uno scimpanzé con una coriza, e probabilmente la sua circolazione diminuirà drasticamente nei prossimi anni permettendomi di andare in pensione tranquillo!

L’RSV colpisce tutte le età della vita e il quadro clinico dipende dall’età del paziente e dal suo stato immunologico. Nei lattanti è la causa principale della bronchiolite, mentre negli anziani può essere la causa di gravi forme di insufficienza respiratoria. In Italia, il virus riporta alla mente ricordi infausti perché nel 1979 fu la causa del “male oscuro di Napoli”, con più di 350 lattanti ricoverati con una grave forma di bronchiolite da RSV e con 80 decessi.

La ricerca sul vaccino o sugli anticorpi monoclonali contro il RSV è una storia lunga durata circa 70 anni e cominciata negli anni ’60, quattro anni dopo il suo primo isolamento. Infatti, nel 1960 venne messo in commercio negli Stati Uniti un vaccino inattivato con formalina con risultati disastrosi. Circa l’80% dei lattanti vaccinati fu ricoverato in ospedale con una grave forma di bronchiolite causata da un’infezione da virus da strada e con due decessi. Solo nel 1998, con lo studio IMPACT, venne autorizzato l’utilizzo di un anticorpo monoclonale per i neonati con grave prematurità, displasia broncopolmonare e malformazioni congenite. Arriviamo agli inizi dell’anno 2022, quando due studi, Melody e Medley su neonati sani e pretermine, con un nuovo anticorpo monoclonale di lunga durata e ad azione immediata, hanno portato alla sua approvazione nel 2023 da parte dell’AIFA. Contemporaneamente, è stato approvato un vaccino da somministrare alle mamme durante il terzo trimestre di gravidanza e agli adulti sopra i 65 anni di età. Numerosi studi di real life hanno dimostrato che l’anticorpo nirsevimab nei neonati e il vaccino nelle donne in gravidanza sono in grado di ridurre drasticamente i ricoveri in ospedale per bronchiolite.

La disponibilità del nuovo anticorpo e del vaccino ha creato un po’ di confusione nel nostro Paese, con regioni virtuose in grado di fornire anticorpo e vaccino gratuitamente a tutti i neonati e regioni meno virtuose non in grado di farlo, creando una disparità nelle cure. Con la delibera della Conferenza Stato-Regioni del 17 ottobre 2024 è stata decisa la somministrazione gratuita e su base volontaria, per la stagione epidemica 2024-25, del solo dell’anticorpo monoclonale - e non del vaccino, attualmente disponibile gratuitamente soltanto in Molise e Sicilia - ai neonati a partire dal 1° novembre 2024. La protezione è stata estesa anche ai nati nei 100 giorni precedenti e ai bambini fino a due anni con condizioni di fragilità. Ogni regione ha poi adottato criteri diversi, con forti disuguaglianze nell’accesso alla profilassi. I risultati preliminari della campagna vaccinale in Italia nei neonati con il nirsevimab sono molto promettenti, ma con differenze regionali legate ai tempi di somministrazione dell’anticorpo tra regione e regione.

Nel mondo, ma non ancora in Italia sono disponibili altri due vaccini, entrambi destinati esclusivamente agli adulti. Sono in fase 3 uno studio con un vaccino intranasale con il virus vivo e attenuato indicato dai sei mesi di età e due studi su anticorpi monoclonali. È evidente che nei prossimi anni la disponibilità di numerosi vaccini e anticorpi monoclonali porterà a una riduzione della sua circolazione fino a rendere la bronchiolite una malattia rara! C’è però da chiedersi se la scomparsa del VRS sarà una cosa positiva o negativa. La pandemia da Covid-19 ci ha insegnato che un certo numero di infezioni virali nei nostri bambini fa bene per tenere allenata l’immunità innata ed è descritta anche una sana competizione tra virus. .