Taking care of the family’:
la Pediatria ai tempi del coronavirus

Le strategie messe in atto dal team infettivologico pediatrico del Sacco di Milano
per gestire il nuovo virus appena arrivato in Italia e diffusosi tra la popolazione pediatrica.

Vania Giacomet1, Marta Stracuzzi1,
Maria Elisabetta Di Cosimo1, Simona Trotta1, Gabriele Catania2, Gian Vincenzo Zuccotti3

1 UOS Infettivologia pediatrica, Ospedale L. Sacco, Milano

2 Psicologo clinico, Ospedale L. Sacco, Milano

3 UOC Pediatria Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, Milano




L’Italia è stata la prima nazione europea colpita dalla pandemia di SARS-CoV-2 causando, fino al 26 gennaio 2021, 2.475.372 infezioni e 85.881 decessi, in particolare nel nord d’Italia.

L’alta trasmissibilità del virus SARS-CoV-2 ha determinato focolai familiari con interessamento dei genitori, dei figli, dei nonni (che spesso si prendono cura dei bambini); questo ha causato una enorme difficoltà di gestione della malattia in caso di necessità di ricovero, sia per i genitori che per i bambini.

L’Ospedale Luigi Sacco di Milano ha una lunga esperienza in campo infettivologico: nasce come centro dedicato al trattamento della tubercolosi. Inoltre, il suo nome ricorda quello dell’insigne medico varesino che per primo, a partire dalla fine del settecento, si adoperò per la diffusione della vaccinazione di massa contro il vaiolo.

La Pediatria di questa struttura ha sempre avuto una particolare attenzione per le malattie infettive. Da quando è stato annunciato un cluster di polmoniti di origini sconosciuta a Wuhan, l’intero team infettivologico pediatrico ha rivolto la sua attenzione alle possibili strategie da attuare qualora il nuovo virus fosse arrivato in Italia e in particolare se avesse colpito la popolazione pediatrica.

Appresa purtroppo la notizia del primo caso italiano il 20.02.2020, ciò che era stato pensato come potenziale piano d’azione è stato subito implementato: abbiamo infatti riorganizzato il nostro reparto pediatrico al fine di garantire il ricovero dei piccoli pazienti assieme ai loro nuclei familiari in modo da consentire ad entrambi di godere delle cure necessarie con la massima competenza possibile (Box).

Il reparto di degenza è formato da 5 stanze singole dotate di filtro e di ventilazione a pressione positiva per permettere le procedure di vestizione e svestizione in sicurezza e 4 stanze doppie con bagno annesso per le quali è stato creato un filtro ad hoc, rendendole così tutte adatte al ricovero in isolamento di pazienti infetti o sospetti (Figure 1 e 2).

All’ingresso del reparto è stato allestito un locale cosiddetto “pulito” adibito alla vestizione ed uno cosiddetto “sporco” dedicato alla svestizione, fermo restando che i dispositivi di sicurezza individuale vengono comunque sostituiti all’ingresso e all’uscita da ogni stanza di degenza (Figura 3).

Dal 29 febbraio 2020 ad oggi sono stati ricoverati nell’Unità di Infettivologia Pediatrica dell’Ospedale Sacco: 83 bambini, 33 mamme e 2 papà con infezione da SARS-CoV-2. Lo spettro di severità delle patologie associate all’infezione da noi affrontate è stato molto vario, da forme paucisintomatiche a forme severe che hanno richiesto il trasferimento in Terapia Intensiva. Come ampiamente già discusso in letteratura, i genitori che accompagnano i bambini e ricoverati con essi hanno presentato severità maggiore richiedendo più frequentemente rispetto ai pazienti pediatrici interventi farmacologici e di ossigenoterapia.




Il ricovero in stanze di isolamento, senza la possibilità di ricevere visite o di uscire e relazionare con altri pazienti del reparto, sarebbe potuto diventare un’esperienza traumatica per i bambini, costretti a stare tutto il giorno in un ambiente chiuso con poche possibilità di intrattenimento, in compagnia di familiari anch’essi infetti e come già detto più compromessi. Per mitigare il disagio, in collaborazione con l’Associazione Amici per la Mente, diretta dal Dr. Catania, psicologo clinico della nostra azienda, abbiamo organizzato un supporto psicologico attraverso un team di operatori specializzati su base volontaria.

Il reparto, dal 21 marzo 2020, ha offerto un sostegno alle mamme e ai papà infetti da SARS-CoV-2 che, oltre a dover affrontare le ansie relative alla loro condizione clinica, si trovavano a dover far fronte alle difficoltà di gestire il rapporto con i loro bambini anch’essi ricoverati. L’attività è stata proposta da remoto utilizzando applicazioni ad hoc come Skype, WhatsApp per le videochiamate o semplicemente attraverso delle telefonate.

Nello specifico l’intervento si è avvalso di 5 operatori, tutti psicologi-psicoterapeuti, che hanno utilizzato pratiche cliniche diversificate:

· accoglienza empatica dei vissuti attraverso l’ascolto attivo e la sospensione del giudizio;

· accompagnamento verso la stabilizzazione e gestione dello stress;

· contenimento dell’eventuale stato di shock;

· valorizzazione delle risorse messe in atto dalle persone trattate;

· messa in evidenza del lato evolutivo dell’esperienza.

Gli psicologici hanno supportato varie situazioni critiche che hanno visto emergere diverse problematiche: in particolare per le mamme con difficoltà respiratoria e bisognose di un supporto di ossigeno, o nel caso di una lattante di 2 mesi trasferita, senza la mamma malata, in terapia intensiva pediatrica, e per una paziente che ha ricevuto la notizia del decesso della madre ricoverata in altro nosocomio. Nel complesso il feedback da parte dei pazienti è stato positivo: il supporto psicologico ha permesso di attenuare l’angoscia per il ricovero, per la situazione familiare e le madri non hanno provato sensi di colpa per il distacco dai loro figli.

Questo team così composto ha permesso quindi il supporto dei genitori nella difficoltà di ‘comunicare empaticamente’, con un linguaggio appropriato e specifico per l’età dei piccoli pazienti, la diagnosi della malattia provocata dal virus, li ha aiutati a contenere ed elaborare l’ansia e l’angoscia dell’emergenza in atto e dell’ospedalizzazione, affinché questa preoccupazione non fosse trasferita ai propri figli. È stato chiesto ai bambini di disegnare per poter esprimere, tramite il disegno, i loro vissuti interiori, le loro paure, i timori, le speranze: ne è emersa la fatica per la separazione dagli amici, compagni di scuola, parenti, e la rabbia verso il virus, descritto come ‘brutto e cattivo’; infine la riconoscenza verso i sanitari, spesso raffigurati come supereroi (disegni a pag. 13 e 39).

Più difficile è stato il supporto ai bambini per i quali si è provveduto ad organizzare degli eventi di intrattenimento sempre attraverso device elettronici e piattaforme web. A questo proposito, le donazioni di tablet che sono state fatte alla Pediatria dell’Ospedale Sacco hanno permesso lo svolgimento di tutte queste attività.

La collaborazione con Bright Academy è nata dalla necessità di dare ai nuclei familiari ospedalizzati per Covid-19 un’opportunità di interazione e svago con l’obiettivo di riportare i piccoli pazienti, seppure in un periodo di tempo limitato, nella loro dimensione di bambini e offrire contemporaneamente ai genitori dei momenti di pausa.

Per quanto riguarda il supporto attraverso la narrazione, gestito dalle educatrici della Bright Academy, si è pensato di proporre ai piccoli pazienti, dai cinque ai dieci anni, un itinerario virtuale che unisse lettura, scrittura autobiografica e osservazione della natura. Una combinazione in grado di favorire il dialogo interiore, fondamentale per riuscire a reagire nelle circostanze critiche, conservando dentro di sé la forza del desiderio e la fiducia nel futuro. Tra i cinque libri mostrati in video da remoto, i bambini ne hanno scelto uno, in base all’attrazione che copertina e titolo esercitavano su di loro. Si è successivamente passati alla lettura ad alta voce; terminata la storia, sono stati invitati a scegliere dal testo una parola che suscitasse in loro un’emozione o una curiosità particolare. Intorno a quella parola hanno quindi creato una fiaba autobiografica.

Gli appuntamenti online delle educatrici con i bambini sono stati suddivisi tra loro per fascia di età ed ognuna è stata di riferimento per il minore durante la sua permanenza in ospedale.




Non essendo possibile passeggiare all’aperto è stato chiesto ai bambini di osservare il cielo dalla finestra della loro camera di ospedale, invitandoli a riflettere sulle sensazioni che la visione evocava. Tutti erano entusiasti di questa passeggiata con lo sguardo e di raccontare le proprie riflessioni.

La successiva condivisione delle storie si è dimostrata una sorta di metafora della guarigione come premio, in contrapposizione all’idea di pandemia come punizione, spesso presente nell’immaginario adulto. “Penso che non è vero che il mondo non ci vuole più bene, siamo noi che dobbiamo essere più generosi e puliti. Prima o poi avremo il nostro premio, se siamo buoni. Succede sempre così. Il virus come è venuto se ne andrà via e questo sarà il nostro premio”.

A nostro avviso, questo modello di ricovero in famiglia potrebbe aprire nuove strategie per le malattie infettive che possono colpire l’intero nucleo familiare, ma ovviamente bisogna implementare l’attuale sistema di ospedalizzazione pediatrico.

Le misure di contenimento sono state essenziali nella lotta contro la nuova pandemia da coronavirus ma questo ha causato isolamento sociale. La nostra strategia di ricovero familiare ha mirato a proteggere l’unità familiare come forza trainante per superare questa drammatica imprevista esperienza

Si ringraziano tutti i medici, gli specializzandi, i paramedici e il personale non sanitario che hanno permesso che questo progetto si realizzasse.

Gli autori dichiarano di non avere

alcun conflitto di interesse.

Bibliografia

· Capurso M. Gioco e studio in ospedale. Trento: Erickson e-book, 2014.

· Serrani V. La progettazione architettonica per il controllo delle infezioni. La camera di degenza singola. ARS Toscana, 2014.

· Ricci GF. Il bambino in ospedale. Dal curare al prendersi cura: bisogni e servizi. Roma: Armando Editore, 2018.

· Indicazioni ad interim per servizi sanitari di telemedicina in pediatria durante e oltre la pandemia COVID-19. Rapporto ISS COVID-19 - n. 60/2020.

· Position Paper AOPI. La pandemia da SARS-CoV-2 e la specificità pediatrica. Quaderni FIASO, 2020.